Il Lavoro per Osho

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Cambiano i tempi. Negli anni ’80 ho lavorato per affermare la visione del Maestro. Oggi lavoro per crescere come essere umano.

Ho una cornice a giorno appesa in casa, con una carta intestata del Maestro che ogni tanto, mi dà conforto, quando ricevo qualche colpo basso da alcuni fratellini e sorelline in Osho o quando la vita mi specchia difficoltà e ostacoli.
Riporta la traduzione del messaggio che il Maestro mi inviò quando mi diede l’incarico di trasmettere la Sua Visione, come “ambasciatore” per l’Italia e con l’incarico di scrivere il Manifesto “Zen e politica”.
“Hai un duro Lavoro da fare
per me, Majid,
dovrai fare molte battaglie,
ma farle in mio nome
ti darà molta forza.
Incontrerai molti ostacoli e difficoltà,
accoglili come benedizioni,
ti aiuteranno a trasformarti.
Aiuta la mia gente,
crea situazioni
e non avere paura,
io vengo con te”.

E dopo tre anni, quando si vinse la battaglia per far cadere il veto dell’allora Ministro degli Interni, Oscar Luigi Scalfaro, dopo la grande diffusione del Manifesto Zen e Politica e il riconoscimento della figura di Osho da parte di tanti uomini di cultura, artisti e qualche politico, mi arriva il messaggio inatteso da parte di Hasya, la segretaria dell’epoca di Osho:
“La vittoria è dovuta al tuo impegno;
Bhagwan è molto contento di te”.
Sono stati anni in cui siamo riusciti a trasformare l’immagine di Osho e dei sannyasin, all’epoca percepiti come una delle tante sette, in quella di Osho come un grande Maestro spirituale e anche grazie all’impegno grande e costante di Vidhea e altri amici, con la pubblicazione di decine di libri, cambiandone radicalmente la percezione in gran parte dell’opinione pubblica pensante e anche in non pochi giornalisti e commentatori.
Si lo so, non tutto è luminoso, nella nostra esperienza col Maestro, ci sono anche ombre che non vanno sottovalutate, ci sono anche diversi discepoli che hanno interpretato a loro comodo le Sue parole, altri che hanno fomentato divisioni e discriminazioni.
Nel corso del tempo ho anche incontrato molti amici che hanno percorso sentieri spirituali diversi che sento più in empatia di alcuni sannyasin di Osho. Ma questo è normale. Ci sono diversi percorsi di crescita. Ed è’ anche lo specchio dei limiti e delle miserie di noi esseri umani.
Ognuno è responsabile per se stesso. E in me, fortunatamente, da tempo la compassione e l’inclusione hanno preso lo spazio del giudizio e del risentimento, senza perdere lo spirito critico, che è altra cosa.
Rispetto gli anni in cui Osho mi sostenne e mi incoraggiò nella lotta per affermare la Sua Visione, oggi la mia energia scorre in direzione di chi è in empatia con me.
Quel tipo di Lavoro per il Maestro è terminato e posso dire a me stesso, ” missione compiuta”.
Adesso vive in me la tendenza a condividere quello che ho compreso di Lui con altri amici alla ricerca. E sempre dedicandomi al Lavoro di base, per crescere io come essere umano.🙏

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