Berlusconi, un grande?

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Di Berlusconi si può leggere oggi la santificazione o la demonizzazione. In realtà un personaggio tragico e complesso.

Vedo l’Italia spaccata in due tra chi ricorda Berlusconi come un grande imprenditore e politico e chi lo ricorda come un grande colluso con mafie e corruttore dei costumi e un plurinquisito.
Io penso che siano diversi aspetti della sua complessa personalità. Sicuramente è stato un grande sotto diversi aspetti. Non ultimo l’aver reso grande il Milan.
Quello che pochi ricordano, e che vorrei qui condividere, è stata un altra sua, invece tragica, grandezza.
La comunicazione. Come sia stato capace di trasformare la grigia TV impaludata in un colorato strumento di comunicazione commerciale. Fenomeno positivo? Vediamo. La sua televisione ha spettacolorizzato tutto: politica, sentimenti, giochi casalinghi. Tutto è diventato merce. Anche il drammi famigliari, le lacrime, i dolori.
Dando la possibilità al pubblico, da spettatore passivo a poter diventare protagonista, attore dì se stesso, della propria vita. Partecipando gratis solo per la possibilità di apparire.
Centinaia di migliaia di cittadini sconosciuti ogni giorno, ogni sera, in questi decenni, hanno dato spettacolo di sé, delle proprie miserie, delle proprie gioie. Perdere un amore, ritrovare un parente scomparso, facendo spettacolo delle proprie emozioni, anche le più intime.
Ha trasformato un modo di fare televisione che ha influenzato e condizionato anno dopo anno anche la televisione pubblica, costretta dalla logica dì mercato, per non perdere ascolto e pubblicità.
Così, a 360 gradi tutto il mondo della comunicazione si è omologato al modello berlusconiamo.
E’ stato un grande anche in questa tragedia. Forse il più grande, almeno in Europa.
Ha dato vita ad un gigantesco fenomeno corruttivo, promuovendo un modello culturale nuovo, in cui tutto è in vendita.
Dal mercato della cultura del capitalismo classico, è passato a inventare la cultura del mercato. Cioè il mercato come cultura.
Di certo è stato un personaggio immenso nel riuscire a realizzare ogni suo progetto visionario.
La sua visione di portare il verde in città, quando ha creato il comprensorio urbano di Milano due per centomila ricchi,
il suo ingresso nel calcio profetizzando ” porterò il Milan (in crisi) a vincere la Coppa dei campioni “.
Quando è sceso in campo in una politica impaludata nel politichese per fermare la sinistra in crescita evocando una politica della gente, parlando alla pancia delle persone, con il linguaggio dì casa, del bar, dello stadio. Evocando e vendendo sogni, desideri, aspirazioni, creando una forza politica inizialmente formata dai venditori di pubblicità dì Publitalia.
Si è stato un grande in tutto. E non si è mai posto dei limiti, aggirando e sfuggendo alle Leggi o facendo votare Leggi su misura per lui e il suo gruppo.
Mai come oggi mi viene da ricordare quel ” il piccolo è bello ” come si pensava e si diceva negli anni ’70 dì fronte all’avanzare della globalizzazione.
Ma credo che nessuno di noi avrebbe potuto immaginare come il “grande avanzante ” avrebbe potuto trasformare questo nostro mondo fino al punto di conquistare e corrompere anche l’anima della persone. E come sì sarebbe potuto creare un modello unico di vita. Coi grandi attori, artisti, giornalisti, sportivi ricchi e famosi ridursi a vendere la propria immagine per lavatrici, pentole,gratta e vinci. Sinistra e destra unite, anche in questa ” cultura “.
Ha cambiato la vita degli italiani. Ha cambiato la politica. Ha cambiato la cultura. Ha cambiato l’etica.
Non odio e quindi non brindo per la sua scomparsa, perché a me non mi ha cambiato.
Poi se cercate parole di odio o brindisi potete trovarle ovunque nel web.

4 risposte

  1. Un’analisi lucida e leggera quella di Valcarenghi , che lascia molto da riflettere su noi stessi, sul nostro pensiero.

  2. Concordo con questa riflessione, soprattutto nella parte comunicativa, che ha veramente trasformato in merce. A noi lavorare per far tornare la Cultura. Grazie

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