Viaggi e vite colorate

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Diceva Kerouac, grande esponente della beat generation letteraria americana negli anni ’60/’70, “L’importante è il viaggio, non importa dove”.
C’è una parte di verità in questa affermazione perché la dimensione del viaggio, naturalmente via terra, è in se uno stacco forte dalla vita quotidiana a cui siamo abituati.
Non ci sono riferimenti esterni che funzionano come “ammortizzatori esistenziali” che ci fanno sentire protetti nel quotidiano conosciuto.

Non ci sono gli spazi rassicuranti del nostro habitat che ci siamo costruiti nel corso della vita (al netto dei traslochi non a caso sempre un po’ traumatizzanti) gli oggetti, a volte anche inutili, di cui ci circondiamo. Tutto ciò viene a mancare nel viaggio. Si va incontro allo sconosciuto e qui diventa meno vero il “non importa dove” di Jack Kerouac.

Se ci avventuriamo in luoghi sempre nuovi è maggiore la sensazione di vulnerabilità, di viversi come gocce d’acqua nell’oceano, in mezzo a persone che non conosciamo, non ci conoscono
e soprattutto non ci riconoscono. In questa dimensione si è più esposti ma anche più aperti al nuovo a meno che non si attivino le difese che ci fanno chiudere a riccio considerando l’altro solo
un potenziale truffatore, cacciatore di turisti, spilla soldi e nient’altro.
E certo che esiste anche questo ma l’equilibrio e la centratura consistono proprio nel mantenersi aperti e nello stesso tempo vigili per non farsi depredare.
Dicevo all’inizio che almeno nel nostro secolo mi sembra solo parzialmente vera l’affermazione di Kerouac, perché in realtà, fatto salvo l’importanza del viaggio in se, è importante anche il dove andare e cioè cosa trovare, quali esperienze cercare per noi viaggiatori e non turisti. Negli anni ’70 non era così ma ormai ci sono agenzie e tour operator che nascono dalle esperienze olistiche, persone che sono anche loro ricercatori e che suggeriscono viaggi  in luoghi per fare esperienze di ricerca interiore insieme alla perlustrazione di spazi e territori particolari.

In questo numero di Re Nudo ne indichiamo alcuni particolarmente suggestivi, altri non siamo riusciti ad inserirli qui, ma troveremo senz’altro il modo di parlarne in seguito, come ad esempio il raduno internazionale dei dervisci rotanti che avviene una volta all’anno in Turchia e dove sicuramente vorrei andare anch’io, almeno una volta.

Al di là poi della sempre “nuova” India per le sue innumerevoli opportunità, suggeriamo anche di guardare nuove zone del pianeta come ad esempio l’est della vecchia Russia, Iran, Iraq,
zone che il nostro collaboratore Khush ha già avuto modo di esplorare e potrebbe riproporre a chi è interessato.

Osservate in questi viaggi l’importanza dei colori.

Abbiamo scelto di dare molto spazio alle immagini proprio per l’importanza che i colori hanno nei viaggi come nelle nostre vite.

E questo è l’altro tema che abbiamo toccato in questo numero: una vita a colori ovvero l’importanza di portare il colore nel nostro quotidiano.
Portate attenzione a quanto frutta e verdura portino allegria in tavola o come i quadri alle pareti, come quelli di Auro che riportiamo su ogni numero della rivista proprio per la festa di colore
che la sua pittura esprime, diano energia al nostro habitat…

Contorniamoci di colori, vestiamoci di colori in tutta la gamma possibile in alternativa al modello culturale che questa società ci propone tendente ad una vita in grigia, sobria e sottomessa. Scegliamo una vita a colori portando attenzione al colore in ogni scelta nel nostro quotidiano.

EDITORIALE DI MAJID VALCARENHI PUBBLICATO SU RE NUDO 25 “VIAGGIO COLORE”

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