Pannella, Pasolini e Underground a pugno chiuso

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La storica prefazione di Marco Pannella e la stroncatura di Pier Paolo Pasolini al libro di Andrea Valcarenghi.

Giorni fa per un lavoro che sto facendo, sono andato a rileggere delle pagine di ” Underground a pugno chiuso”.
Lo scrissi in tre notti, senza rileggerlo e men che meno senza farne una seconda stesura, perché nei miei vent’anni non c’era tempo per rileggere. E le notti finiscono e poi alle cinque del mattino c’erano le brioches calde dal panettiere dì Brera.
Riguardandolo, mi è tornato in mente che quel libro fu al centro di una vicenda curiosa. Pannella, ne fece una splendida prefazione (che anche mi convinse ad abbracciare la nonviolenza), e nelle pagine finali scrisse parole veramente lusinghiere nei miei confronti “un prezioso Gavroche della nostra contestazione” e anche per la forma del linguaggio parlato “solido e felice”.
Pierpaolo Pasolini invece,in uno dei suoi scritti corsari, ne stroncò senza attenuanti, la scrittura, “orripilante e gergale”, mentre invece incensò giustamente la prefazione di Marco Pannella per la prima parte storico-politica, definendolo magistrale manifesto del liberalismo italiano. All’epoca, nella mia incoscienza giovanile, non ci pensai tanto, anche perché quasi tutti si complimentavano con me più per la stroncatura di Pasolini (come fosse un merito il solo fatto di essere stati considerati da lui) che per le considerazioni positive di Marco.
Ma finalmente l ‘altro ieri quando ho riletto le pagine dedicate ai personaggi che avevo incontrato, ho capito. Mi sono vergognato veramente per come mi fossi permesso di usare un linguaggio così misero, per presentare il casting di amici e avversari.E il quadretto più miserabile l’avevo pure dedicato ad uno come Adriano Sofri che neanche avevo frequentato. Così ho veramente accettato il giudizio caustico e senza appello di Pasolini per queste pagine che aprono il libro. E nello stesso tempo mi ricordai che a Marco avevo inviato le bozze biografiche, ma non quelle poche ma sciagurate pagine introduttive,dedicate alla presentazione dei personaggi che avevo incontrato in quei pochi anni di vita pubblica. Pochi ma intensissimi.
Devo dire che, anche rileggendo quelle mie avventure di vita, ho sentito dì aver raccontato anni importanti e risentii gratitudine per le generose parole di Marco. Ma soprattutto ho realizzato come non ci fosse alcuna contraddizione.
Pasolini aveva focalizzato la sua attenzione sulla parte introduttiva, Pannella sul cuore del libro , scritto frettolosamente con Il linguaggio parlato, ma vero.
Avevano entrambi enfatizzato degli aspetti reali che non erano in contraddizione.
Per cui la mia gratitudine, con la coscienza dì oggi, va ad entrambi. Oltre a tutto, in seguito Pasolini si avvicinò a Pannella proprio grazie alla lettura della prefazione di Marco. Così come io, dalla ” pipa e fucile”, mi avvicinai alla nonviolenza. E questo effetto collaterale della prefazione di Marco, mi fa davvero piacere.
Mi spiace tanto invece che entrambi, non ci siano più.
Persone come loro, oggi ci mancano veramente tanto, ma tanto.
– Majid Valcarenghi

2 risposte

  1. Majid, per favore, torna a scrivere di quei tempi, dai…e lascia perdere con i vaccini e con la complicità passiva nei confronti di Putin non inviando più armi all’Ucraina….nel primo caso ti confondi con la Cunial e con Paragone, nel secondo caso con quell’essere specializzatosi recentemente nel volere rappresentare gli “ultimi”, che si chiama Giuseppe Conte…essere pacifisti ad oltranza è una buona scelta, Majid, ma è datata. Risale ai tempi del Satyagraha…

  2. Davvero Majid…2 intellettuali autentici che ci mancano da morire in questa epoca misera, becera e violenta!

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