Le analogie delle due lotte di liberazione, quella di ieri e quella di oggi.
25 aprile Festa della liberazione. Ricordo mio padre, tornato da Mauthausen, fece parte della Direzione del PSI ma si ritirò dalla vita politica attiva già nel 1948 perché rifiutava la logica dei due blocchi contrapposti, filo americano e filosovietico, con il Partito diviso tra chi era subalterno al PCI e chi era subalterno alla Dc.
Oggi i due blocchi sono apparenti, in realtà sono due varianti di un unico indirizzo strategico , da cui sento di essere estraneo e le cui logiche rifiuto. E forse non finisce qui la analogia col vissuto dì mio padre, perché sento che per chi non vuole omologarsi alle politiche del pensiero unico, è iniziata una nuova Resistenza. Non più finalizzata a combattere una dittatura in camicia nera, ma diretta a costruire una alternativa di sistema nel mondo reale del proprio territorio. Per una Liberazione da conquistare non più contrapponendosi secondo le regole della politica ma affermando la propria estraneità a questo sistema partitico e lavorando nel quotidiano per creare un micromondo che corrisponda nella pratica ad una diversa concezione della vita. Il vecchio slogan dì Renudo “cambiamo la vita prima che la vita cambi noi”, non è più rivolto ad una altra politica ma piuttosto ad una politica “altra” che metta al centro la persona e la sua liberazione individuale e collettiva.