Per la risoluzione dei conflitti fra Stati e persone è sempre fondamentale vedere le ragioni dell’altro.
La dinamica che è alla origine di una guerra o per lo meno di questa guerra, mi appare assai simile a quella che è alla origine del conflitto che avviene tra gli esseri umani: la mancanza di volontà di aprirsi alle ragioni dell’altro. Identificarsi con le proprie ragioni e attribuire ogni torto e responsabilità all’altro.
Questo è quello che accade nella stragrande maggioranza dei conflitti personali dove l’altro diventa un mostro ai propri occhi.
Questo è quello che troppo spesso mi capita di ascoltare e di vedere negli studi televisivi, nelle discussioni tra i politici come nella vita di tutti i giorni.
Ho avuto la fortuna di incontrare un Maestro, nel corso della mia vita a cui ho sentito dire che nei conflitti spesso la ragione e il torto sono al 50% da ambo le parti. E quello che ho imparato è che se ci si trova in un conflitto con qualcuno dovremmo, prima di reagire, buttando sull ‘altro tutta la colpa e la negatività, cercare di vedere cosa abbiamo fatto noi, perchè si creasse quella situazione conflittuale. Vedere qual’e’ la nostra parte di responsabilità.
Questa non è una verità assoluta, qualche volta l ‘altro è veramente una brutta persona e ha veramente sbagliato, ma è importante arrivare a questa (rara) conclusione solo dopo esserci veramente aperti a comprenderne le ragioni e avere osservato senza emozioni e con tutta l’onestà possibile, anche osservando quelle che crediamo essere le “nostre” ragioni.
Negli anni un cui sono stato responsabile della Comunità di Osho Miasto, quando accadeva che qualcuno se ne andasse via con un carico negativo, invece di liquidare il fatto con il giudizio “non era pronto, non ha saputo vedersi dentro” e cose simili, spesso sceglievo di condividere coi miei compagni della comune l’interrogativo “Cosa abbiamo sbagliato noi, qual è la nostra responsabilità, perché questo sia potuto succedere. Cosa possiamo imparare per far si che magari la prossima volta…. “.
Poi le conclusioni sono state diverse, anche questo approccio non ha valore assoluto, ma diciamo che è un buon metodo per ridurre la quantità di errori di valutazione ed è un buon metodo per crescere in consapevolezza.
Anche nei rapporti amorosi succede questa dinamica e lì forse più facilmente poi si fa pace quando siamo capaci di comprendere il nostro partner, le sue ragioni. Oppure quando la pace raggiunta è solo frutto di un compromesso basato sul mantenimento dei bisogni e convenienze o perché c è un rapporto di forza o di potere squilibrato. E allora accade quello che accade anche in guerra, quando la pace avviene tra uno sconfitto e un vincitore.
Mi piacerebbe adesso che non si esprimessero qui commenti tipo ma nella guerra ci sono anche le responsabilità di altri, la Nato, gli USA, i servizi segreti etc etc. Perché le entità terze interagenti e corresponsabili ci sono anche nei conflitti interpersonali. Genitori invadenti, amici poco amici, parenti condizionanti etc etc figure che sono presenti nella vita sociale quotidiana e che svolgono il ruolo della Nato o degli Usa o dell’ex KGB.
Non ci sono zone franche,se non non nel processo di crescita in consapevolezza. Gira e rigira ma sempre lì che si deve tornare. Non c ‘e Biden o Putin che tenga.
Una risposta
Trovo che questa frase di Jodorowsky sintentizza bene la nascita delle cause dei conflitti umani.
IL KARMA SPIEGATO DA A. JODOROWSKY
“Le sofferenze familiari, come gli anelli di una catena, si ripetono di generazione in generazione, finchè un discendente acquista consapevolezza e trasforma la sua maledizione in benedizione”.