Il Maestro non è una garanzia

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Dalla mia esperienza con Osho ho compreso che lui ci dà libertà
ma non sicurezze.

Qualcuno crede che aver iniziato un percorso di ricerca spirituale significhi conseguentemente essere “più evoluti e maturi ” come umani. Non è così.
In questi miei quarant’anni ho avuto modo di verificare che ci sono miserie, piccinerie, egoismi, invidie e opportunismi in tutti, anche nei ricercatori spirituali, come ci sono generosità, solidarietà, spirito comunitario, altruismo, attenzione ai bisogni comuni in persone che non hanno iniziato alcun percorso spirituale. E naturalmente viceversa.
La via spirituale e il Maestro, anche il più splendido nel suo insegnamento, non sono garanzie di nulla, non sono assicurazioni della validità dei nostri comportamenti.

Questa mia considerazione vale ancora di più nella mia esperienza con Osho. Il Suo essere Maestro di libertà, che fu per me laico e libertario, un elemento di grande fascino, facilita il perdersi, data la mancanza di consapevolezza della condizione umana. Un Maestro di Libertà consente quindi più facilmente interpretazioni soggettive dì comodo, rispetto quei Maestri che danno precise indicazioni da seguire. Consente,anche di dimenticare o rimuovere quanto spesso nelle sue parole, dopo Libertà seguisse Responsabilità. Fondamentale importanza alchemica, alla base della Sua Visione il coniugare insieme Libertà e Responsabilità.

Nella mia esperienza di vita con Osho ho avuto modo di incontrare migliaia di esseri umani e tutti avevano il loro lato d’ombra, sia chi aveva Lui come Maestro, sia chi che aveva scelto Maestri diversi, o nessun Maestro o altri ancora che avevano scelto tanti maestri.
Oggi posso affermare con serenità, che nessun Maestro può essere assunto come garante per le proprie scelte. Credo che proprio per questo, una delle ultime indicazioni di Osho, prima di lasciare il corpo, fu di non citare mai Lui direttamente. Mai dire Osho ha detto ma dire invece “Ho sentito dire da Osho”. A prima vista sembra una differenza impercettibile, ma non lo è, perchè sposta la responsabilità della citazione, da Osho alla persona che cita o ricorda.
Questa mia comprensione, rafforzatasi negli ultimissimi decenni di vita, mi consente di sentire miei amici e compagni di ricerca anche persone che hanno percorso altri sentieri e di verificare, certo con tristezza, come altri, che avevano riconosciuto Osho come loro Maestro, si comportino e compiano gesti che ai miei occhi, siano empatici con la cultura di potere e non con la cultura di chi cerca.
Non c’è bisogno di dirmi che che quello che posso vedere nell’altro è specchio del mio essere. Lo so. E so anche che la ferita o l’ingiustizia che posso ricevere dal mio prossimo può aiutarmi nel vedere parti di me. Lo so.
Questo mi aiuta ad avere compassione e a non giudicare la persona che compie il gesto che mi ferisce, perché anche una bella persona può commettere un gesto misero. Influisce il momento, il contesto, il ruolo, l’emotività.
Questo mi porta a non esprimere mai giudizi definitivi e sempre cercare di non “condannare” la persona, ma limitarmi ad evidenziare il gesto che a me sembra misero ed egoistico.
Mi rendo anche conto che a condividere riflessioni così delicate e sottili ci si espone a giudizi e fraintendimenti. So anche questo, ma questo fa parte della mia scelta di vita, del mio modo di essere. Di uno che che continua a cercare e sa di non aver ancora “trovato” e che forse dovrà ricercare ancora e ancora senza “trovare” mai… Importante è cercare e la ricerca dipende da noi, il trovare invece è indipendente da noi.
Un po’ come quella frase di Osho che gli ho sentito dire: non c’è una risposta alla tua domanda. Ci sarà un momento in cui vedrai cadere il bisogno di domandare e quella sarà la risposta.

4 risposte

  1. “La via spirituale e il Maestro, anche il più splendido nel suo insegnamento, non sono garanzie di nulla, non sono assicurazioni della validità dei nostri comportamenti.” Grazie di cuore Majid, più medito e più è anche il mio sentire. Un lungo dolcissimo abbraccio.

  2. Condivido pienamente questa riflessione che vivo anch’io seguendo un altro Maestro di un lignaggio. La differenza la facciamo noi nel momento in cui ci mettiamo in discussione e cresciamo in coscienza. Grazie

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