Giustizia per la memoria di Luca Boneschi

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L’avvocato Boneschi noto anche quale difensore dell’anarchico Valpreda e poi per l’uccisione da parte della polizia, di Giorgiana Masi, durante la campagna politica contro i vitalizi, fu infangato ingiustamente. Ecco la storia.

Qualche giorno fa a Milano in uno dei miei rari ma preziosi incontri con mia sorella Marina, ho condiviso un ricordo di una persona che non c’è più e che le è stata molto cara in diversi momenti della sua vita. In questo ricordo ho sentito un dolore, ancora vivo, per una grande ingiustizia che questa persona ha patito prima di contrarre il tumore che pose fine alla sua esistenza.
Ho pensato che fosse giusto condividere qui questo torto fatto a un giusto, non solo per mia sorella , ma anche perchè è stato un personaggio pubblico che pubblicamente è stato infangato, senza che nessuno gli avesse reso giustizia riparatrice, ne prima e ne dopo la sua morte,.
Si tratta dell’avvocato Luca Boneschi, uno dei segretari radicali negli anni ’60/70 difensore di Valpreda e di tanti militanti a cui diede patrocinio gratuito. Ma fu soprattutto l ‘avvocato che tentò di avere giustizia per l ‘assassinio di una giovane donna Giorgiana Masi uccisa dalla polizia durante una manifestazione del partito radicale. Il il fango mediatico che dovette subire fu in occasione della campagna contro i vitalizi per i parlamentari.
Luca Boneschi era stato parlamentare per un giorno e riceveva un vitalizio di 3.100 euro. Un esempio limite che Mario Giordano nella sua giusta campagna a sostegno dell’abolizione dei vitalizi, prese di mira , citandolo ripetutamente in televisione come un campione dei politici approfittatori,. Esempio che tempo dopo venne anche ripreso in Parlamento da Di Majo che lo citò così ” e poi c’è un certo Luca Boneschi ….” senza sapere che a quel punto Luca era morto.
I giornalisti di Mario Giordano fecero appostamenti sotto casa di Boneschi incrociandolo con domande aggressive a cui Luca non volle mai rispondere date le modalità e le circostanze pregiudiziali.
Cosi oggi ho dedicato qualche minuto per conoscere quello che un giornalismo meno superficiale avrebbe potuto e dovuto conoscere di fronte ad una realtà così anomala e particolare di un avvocato che è stato parlamentare solo per un giorno e che ho trovato su wilkipedia con due click. Cosi riporta wilkipedia:
In quell’unico discorso in aula di Luca Boneschi, quello delle dimissioni, si apprende che alla base della scelta di dimettersi c’era una ragione nobile. La rinuncia alla immunità parlamentare. Quando fu eletto Boneschi prestava da anni, insieme all’avvocato De Cataldo, patrocinio gratuito alla famiglia di Giorgiana Masi, la ragazza uccisa a colpi di pistola a una manifestazione del partito radicale durante una carica della polizia a Roma il 12 maggio 1977. La famiglia chiedeva il processo per individuare i responsabili dell’assassinio. Ma dopo 4 anni di indagine il giudice aveva dichiarato non doversi procedere ” per essere ignoti gli autori del fatto” disse Boneschi in quell’unico discorso il 13 maggio 1982. Ne seguì, raccontò lui stesso nel motivare le sue dimissioni da deputato, “una istanza di riapertura del processo sempre davanti ai giudici romani che hanno sempre altre cose da fare”. Ma fuori dagli strumenti professionali veri e propri, io mi sono ribellato a quella decisione e ho criticato pubblicamente il giudice e le altre autorità implicate nella vicenda. Il giudice si è offeso e mi ha querelato”.
Da querelato Boneschi decise di utilizzare il processo contro di lui per provare a smuovere il processo sulla morte di Giorgiana Masi. Di qui la scelta di non restare deputato per non godere l’immunità. E disse ” Così finalmente nella vicenda giudiziaria per l’assassinio di Giordana Masi c’è almeno un imputato noto: l’avvocato di famiglia. Questo processo è già iniziato ma non concluso, anche se la sentenza è vicina: e io non voglio in nessun modo ritardare a un giudice e a me stesso il diritto di avere giustizia.
Sapendo per esperienza professionale che i meccanismi delle autorizzazioni a procedere non sono nè certi nè rapidi, scelgo di non metterli in moto. Con una speranza: che questa mia non semplice e non facile rinuncia serva a ricordare ai radicali e ai non radicali che per Giorgiana Masi giustizia non è stata fatta. Di fronte alla bancarotta della giustizia e all’oblio della politica a me resta questo modo per dare la mia solidarietà a Vittoria, Aurora e Angelo Masi”.
Questo avrebbe potuto sapere un giornalista serio, con a disposizione un team redazionale cercando le informazioni su internet, dedicando 10 minuti del suo tempo, prima di additare al pubblico ludibrio una persona.
Luca Boneschi inviò anche una lettera personale alla Presidente della Camera Nilde Jotti.
Questo gesto, delle dimissioni appena eletto, aveva dunque una motivazione politica e critica chiara e netta che riguardava tutti. Il desiderio di fare il possibile perché una ragazza ammazzata dalla celere potesse avere giustizia.
La rinuncia al suo mandato parlamentare a cui Luca teneva per dare corpo al suo pensiero politico,, aveva anche un risvolto economico conseguente, la rinuncia ai 10.000 euro mese dello stipendio parlamentare e la certezza di una pensione importante. A cui seguì anche la decisione di devolvere il vitalizio al Partito Radicale nonostante il dissenso critico manifestato in aula. Quanti dei politici di oggi farebbero la stessa scelta?
Ecco questo è stato l’Avvocato Luca Boneschi. Una passione politica vissuta attraverso la sua professione di 15 anni di patrocinio gratuito e lotta politica con il Partito radicale degli anni migliori. Uno che dalla politica non ha avuto, ma ha solo dato. Cosa assai rara.
Sarebbe bello che Luigi Di Majo per la sua gaffe un po’ cialtrona e Mario Giordano per la superficialità con cui ha trattato di questo caso, sia pure nell’ambito di una campagna meritoria, facessero ammenda. Chiedessero scusa.
Mi auguro anche di non aver invaso la discrezione e il riserbo che la famiglia Masi ha tenuto sulla vicenda. Anch’io ho conosciuto Luca e sento di aver fatto la cosa giusta, anche se tardiva, perché io non conoscevo i dettagli ma le trasmissioni di Giordano le avevo viste.
Con amore.

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