Maschio femminista?

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Rischi ed errori di noi uomini nel tentativo di aprirci al nostro femminile

Ho imparato molto dalle amiche femministe, soprattutto negli anni ’70 e ’80. La grande sfida di aprirsi al proprio lato debole, alle emozioni, alla propria vulnerabilità, mantenendo integro l’essere maschio con le sue caratteristiche. Un equilibrio non facile e non sempre ci sono riuscito.
Era un tempo in cui la gran parte degli uomini, nel movimento, o rimanevano machisti esattamente come gli altri, fuori dal movimento, oppure aderivano ideologicamente al femminismo, rinunciando alla propria mascolinità.
Non facile in quei tempi sfuggire ai guasti delle ideologie, dalle assunzioni estreme di comportamenti aderenti a modelli culturali indotti più che a reali bisogni.
Tuttavia ho anche sperimentato alcuni comportamenti estremi da cui ho imparato per arrivare ad equilibri più solidi. Perché l ‘equilibrio di chi si è contenuto, sfuggendo le esperienze estreme e ‘ diverso dall ‘equilibrio conquistato passando attraverso vissuti estremi.
Insomma crescere ed evolvere senza fare danni a sé stessi e agli altri non è facile.
E non crediate che poi, chi ha avuto la fortuna di incontrare un maestro si possa ritenere immune e privilegiato automaticamente dall’assumere comportamenti lesivi verso se stessi e gli altri. Perché acquisire più strumenti di comprensione e magari riuscire a capire un po’ di più i meccanismi di condizionamento della cultura dominante, a volte va di pari passo con il credere di essere superiori, di essere oltre….si chiama ego spirituale, quello più pericoloso e difficile da comprendere e affrontare.
Insomma cari amici, non ci sono sicurezze e vie maestre che ci possano preservare.
Anche la spiritualità, come tutte le chiavi di comprensione dell ‘essere umano, ( come della comprensione dei meccanismi sociali), diventando ideologia o religione, non preserva e non garantisce.
Il nostro processo dì crescita nella consapevolezza non ci rende immuni da nulla. Ma può darci la capacità di riconoscere il nostro limite e la nostra debolezza per andare oltre. Aumentare cioè il nostro stato dì presenza.

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