99. Prendersi cura di sé

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“Non ho tempo”. Quante volte ci siamo detti questa frase a fronte di tante proposte, idee, progetti, vacanze. Eppure mai come nella società contemporanea il processo industriale, tecnologico, scientifico ci consente di avere più tempo rispetto qualunque altra epoca.

Prima il cellulare poi il computer ci consentono di raddoppiare la nostra capacità produttiva, con la nuova tecnologia possiamo “fare”  molto di più rispetto i nostri padri. Eppure a dire “non abbiamo tempo” sono soprattutto gli individui adulti, non più adolescenti, non ancora anziani.  Sono i 30-40 enni, grandi consumatori e non a caso i più ambiti dai pubblicitari.

Il presupposto per prendersi cura di se è quello di darsi tempo. Un tempo per la cura di sé.  Lo stress è generato dalla iperproduttività, che porta a vedere il sonno come una perdita di tempo . “Il tempo è denaro” domina sempre di più il modello di vita occidentale. Questo modello di vita ha allungato il tempo di sopravvivenza e poggia su un credo dove gli obiettivi da raggiungere sono resistere e vincere la stanchezza, vincere la malattia, guadagnare tempo, guadagnare denaro. L’altra faccia di questa scelta è vivere una vita sotto stress, farmacologgizzata, dove si mangia tanto e male per compensare il riposo, gli affetti, il sesso, un disegno esistenziale dove si vive un equilibrio basato sugli eccessi. Vita sedentaria con iniezioni di palestra. Alimentazione squilibrata con patologie croniche tenute sotto controllo farmacologico.

Quello che proponiamo nella visione olistica si potrebbe riassumere nell’avere amore verso se stessi, verso il proprio corpo, il proprio essere. Il presupposto per iniziare questo percorso e comprendere che si vive meglio se interveniamo sulle cause del disagio di vita più che gli effetti, più sulle cause che originano le malattie che sugli effetti, più sulla scala di valori che consciamente o inconsciamente abbiamo scelto nel diventare adulti che sul senso d’impotenza che ci impedisce di migliorare lo status quo in cui ci troviamo a vivere.

E quindi il Tempo, il darci tempo per diventare coscienti della possibilità di vivere diversamente è il primo passo. Ulteriore presupposto della cultura olistica del prendersi cura è il lavorare su di sé per ampliare la capacità di percezione di se stessi, per sviluppare la sensibilità ad ascoltare i segnali che il corpo ci trasmette rispetto i propri bisogni. Mangiare quando si ha fame, bere quando si ha sete, riposare quando si è stanchi. Avere cura di ascoltare musica, di fare movimento fisico, di esprimersi  creativamente, di leggere approfondendo quello che ci interessa.

Arrivare a essere capaci di vivere con questo buon senso non è facile soprattutto per chi vive in città. Ma è il vero lusso. Il lusso di darsi tempo è il lusso di chi ha compreso il senso della vita. Uscire dal meccanismo frenetico della produttività del consumo è un passo essenziale. E’ quel passo che può portare a scegliere di lasciare la città. E in campagna si può anche lavorare tanto ma quell’alzare gli occhi e vedere il bosco, quell’uscire dall’ufficio e respirare la quiete del verde è nutrimento e riposo anche se sono attimi nell’arco della giornata, sono attimi salutari, sono momenti di riconciliazione con il mondo.
Proviamo a guardare la nostra vita, osserviamo il tempo nelle nostre giornate in relazione alle persone che amiamo, alla natura, al prendersi cura. E’ un bel metro di giudizio per capire cosa stiamo scegliendo.

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