97. Spiritualità laica

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La responsabilità dei ricercatori oggi di fronte all’offensiva clericale.
Col papato di Ratzinger stiamo registrando una vera e propria offensiva vaticana che intende affermare il primato dei valori cristiani sui valori laici. 

Una offensiva guidata dalle gerarchie vaticane in perfetta continuità tra il papato di Woityla e quello di Ratzinger, dove i valori cristiani non vengono più affermati come valori fondanti della chiesa cattolica romana, bensì come valori universali per credenti e non. E cosa ben più grave, il braccio politico della gerarchia vaticana guidata dalla quasi totalità del centro-destra, ma che attraversa l’arco parlamentare interno a quasi tutti i partiti, fatto salvo rosa nel pugno, verdi e riformisti liberali, si fa interprete del pensiero vaticano come “espressione di una cultura più avanzata che supera le obsolete contraddizioni tra laicisti e clericali”. 

Conseguentemente, di fronte alle esternazioni dei vescovi, abbiamo una parte dei partiti di centro e di destra che si fanno alfieri della voce vaticana, una parte dei partiti di sinistra che tacciono e pochi che protestano.

In questo scenario culturale  e politico si impone a tutte le componenti  e scuole di ricerca etico-spirituale la responsabilità di affermare con forza e serenità i valori di una ricerca spirituale che riconosce i valori fondanti ed eterni di una repubblica laica che riconosca ai cittadini uno status non confessionale. Ne abbiamo parlato recentemente nell’Assemblea Nazionale del Conacreis. E’ stato un momento importante perché all’unanimità tutti i responsabili delle associazioni presenti hanno convenuto sull’aprire una riflessione sul nostro ruolo di ricercatori spirituali e insieme  di cittadini laici. 

Può sembrare paradossale che siano dei ricercatori spirituali a rivendicare la laicità della Reppublica, persone cioè che hanno posto al centro della propria vita la ricerca di sé, la meditazione, la ricerca interiore che attraversa spazi di comunione col divino. Può sembrare paradossale che siano queste persone a sollevare le bandiere di un mondo laico ormai in buona parte subalterno, dimissionario, arreso allo strapotere clericale dell’assopigliatutto giocato da una chiesa che propone i propri valori etici come valori per tutti. Può sembrare paradossale perché nella nostra memoria i laici erano miscredenti, spesso atei, lontani da ogni percorso spirituale. Eppure ci furono anche allora cattolici che sapevano e volevano distinguere tra i propri valori cristiani e i valori universali della cultura laica. Fu così che molti cattolici votarono per la libertà di divorzio senza voler divorziare ma credendo che i non cattolici dovessero avere tale diritto.

Così oggi chi è alla ricerca di sé, quale che sia il pensiero, la Scuola, il movimento spirituale a cui appartenga, è importante che affermi quanto la dimensione della ricerca interiore sia altro rispetto i diritti civili e la libertà individuale che uno stato laico non confessionale, deve riconoscere per i propri cittadini tutti. Perché si parla di Diritti non di Obblighi.
Questa è l’espressione massima di una spiritualità laica guidata dal valore più alto che è libertà da interpretare e non dei dogma da imporre

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