07. COMUNICAZIONE MAGIA

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NON BISOGNA FALLIRE LA MORTE

Presto si tornerà a parlare di testamento biologico inserito nell’agenda 2010 alla Camera. Io credo possa essere utile come contributo dell’area rappresentata da noi, ricercatori spirituali e laici insieme, ricordare come esista già in Europa una legge ampiamente sperimentata da più di quindici anni in Olanda, che ha visto insieme laici e cattolici isolare le minoranze clericali in nome del Diritto ad una vita ed una morte dignitosa.
Non si tratta di un riconoscimento dell’eutanasia. L’eutanasia rimane reato.
Tuttavia il Tribunale può dare il non luogo a procedere caso per caso, qualora fossero state rispettate certe procedure, che sono queste: la richiesta del paziente a non subire un accanimento terapeutico che abbia come unica ragione il prolungamento della sofferenza senza possibilità di guarigione. La richiesta deve essere ripetuta nel tempo. La sofferenza deve essere tale che la terapia del dolore a base di morfina non sia più efficace. Al parere positivo del medico curante a cui è stata indirizzata la richiesta, deve seguire parere scritto di un secondo medico.
Interessante notare che Hegwid Wasser, all’epoca Presidentessa del Movimento otto maggio, che raccoglieva 109 organizzazioni cattoliche, commentando la legge disse: “Mi sembra che le procedure approvate siano molto serie e rappresentino una garanzia”. Eppure all’epoca in Italia tutto lo schieramento cattolico, probabilmente senza conoscere ancora i contenuti e soprattutto le norme attuative così severe e restrittive, denunciò “il solito lassismo normativo olandese”.
Io mi auguro che questa volta si possa manifestare uno schieramento trasversale di laici e cattolici non clericali che abbia il coraggio civile ed etico di rivendicare il diritto non già di legalizzare l’eutanasia, ma di non punire chi, per rispetto della vita e della dignità della vita, non voglia prolungare agonia senza speranza.
Inutile nasconderci che invece in Italia si possa affermare un altro tipo di schieramento politico trasversale, portatore di una visione confessionale, clericale, integralista, dove si vorrebbe che tutti, credenti e non credenti, riconoscessero all’etica cristiana vaticana una supremazia culturale a prescindere dall’essere o meno seguaci della Chiesa Apostolica Romana.
Questa cultura, che ama definirsi cultura della vita, è in realtà cultura della rimozione della morte, specchio di una società che bandisce la morte come bandisce tutto ciò che è ingovernabile, incontrollabile. Che non riesce a vedere la morte per quello che è, semplicemente il culmine delle nostre vite.
Morire in ospedale, lontano dai propri cari, tenuti tecnicamente in vita con l’assistenza spirituale delle suore è la condizione ordinaria che questa società offre ai cittadini.
Non esiste il concetto di preparazione alla morte. Anche l’assistenza delle suore in ospedale, quando c’è, è per lo più un’assistenza supplente di tipo pratico alla mancanza di personale infermieristico e medico preparato.
E’ quindi importante sviluppare un movimento culturale che consenta una spiritualizzazione della vita in senso laico e non confessionale, perché la morte venga vissuta insieme a chi ci è vicino, nella nostra casa, accanto a chi abbiamo amato e con cui abbiamo condiviso tempo e vita.
Nel suo piccolo il Coordinamento Nazionale delle associazioni e Comunità etico-spirituali, che nel 2010 ha superato le 115 associazioni iscritte, ha deliberato per quest’anno di organizzare un Convegno proprio dedicato alle problematiche etiche dell’area di spiritualità laica che il Conacreis rappresenta, e di cui Re Nudo darà spazio e contributo attivo.

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