Ho conosciuto il grande intellettuale italiano, poeta, scrittore, drammaturgo, giornalista e teatrante che avevo scoperto fosse stato testimone dell’avvistamento di un UFO
Era la primavera del 2011 quando, uscendo dalla mia casetta a Miasto, vicino all’ingresso della comunità, vidi un auto scura con autista che si era fermata al cancello. Dalla portiera posteriore, vedo scendere una persona anziana che entra nel vialetto con un incedere incerto, anche se aiutato da un bastone. Mi avvicino incuriosito e mi viene incontro “Buon giorno, cercavo Majid Valcarenghi, sono Guido Ceronetti”
Io conoscevo Ceronetti solo per aver letto diversi suoi elzeviri sulla Stampa sempre arguti e molto poco omologabili. Devo dire anche non sempre condivisibili ma sempre stimolanti per una riflessione.
Lo invito a bere un tè da me e iniziamo una conversazione che durerà circa due ore, anche se, per l’intensità, mi parvero qualc minuto. Lui aveva visto il numero di ReNudo, uscito da qualche mese, che parlava dei misteri del mondo finanziario e dei misteri delle entità extraterrestri. All’interno del quale avevamo riportato una sua dichiarazione rilasciata durante una intervista radiofonica rai condotta da Giuditta Dembech, in cui Ceronetti affermava che nel 1939 aveva letto sulla cronaca locale della Stampa, di un avvistamento collettivo di un oggetto volante che si era fermato nel cielo di Superga per qualche secondo, poi dopo un volteggio era sparito in pochi secondi, ad una velocità a noi sconosciuta. All’epoca , era il 1939, si parlava raramente degli ufo e solo per
ironizzare e fare del colore giornalistico. Quindi non dissi mai che io ero tra coloro che avavano assistito all’evento. E ho sempre tenuto per me l’interesse che mi nacque dopo quell’avvistamento.
Poi quando ho letto il vostro numero speciale della rivista così documentato mi è venuto il desiderio di conoscerti. Poi a me interessa anche il Buddismo, Osho lo conosco poco… ho amato la Bagabagita..e anche l’alimentazione. In questa nostra civiltà è difficile sfuggire all’avvelenamento alimentare, io mi difendo differenziando, Per me è importante non assumere sempre lo stesso veleno”.
Furono due ore intensissime dove toccammo tutti gli argomenti, tanti, di interesse comune. Mi soprese molto la sua passione recente per il laboratorio teatrale e le marionette. Poi ad un certo punto, guarda l’ora e dice “devo andare. Grazie”. A me erano sembrati pochi minuti e ovviamente lo ringraziai io della sua visita a sorpresa e del suo tempo dedicatomi.
Un paio d’anni dopo ricevetti una lettera, scritta a mano. Era di Ceronetti che si era trasferito vicino a Siena e mi chiedeva se era possibile venire a vivere a Miasto gli ultimi anni della sua vita.
Per me fu un colpo al cuore. Non ero più a Miasto, ma non era quello il punto, sapevo per certo che la struttura del Centro non poteva contemplare un ospite per degli anni e tuttavia mi aveva colpito tristemente la sua condizione. Uno dei più grandi uomini di pensiero e artista , dei nostri tempi, con una prospettiva di un fine vita solitario. Così gli risposi con affetto che purtroppo non era possibile e poi non seppi più nulla.
Anni dopo, era il 2018 per caso, lessi un trafiletto su Repubblica o Corriere dove si comunicava la morte di “Ceronetti poeta e scrittore”. Venti righe o poco più.. Già allora il nostro giornalismo omologato e provinciale, liquidava così, un grande uomo, certo anche politicamente discutibile, ma soprattutto colpevole di non essere conforme al modello culturale dominante