Per essere veramente liberi bisogna essere anche responsabili
La libertà è il valore più alto se si accompagna alla responsabilità,alla disidentificazione di ogni fase del proprio processo evolutivo.
Libertà e responsabilità vanno di pari passo.
Non si può essere veramente liberi se non ci si vuole assumere la responsabilità delle proprie scelte di libertà.
Non si può essere veramente liberi se non diventiamo consapevoli di ogni momento in cui ci identifichiamo con le varie fasi del processo evolutivo.
La libertà sventolata come una bandiera può divenire l’ennesima gabbia in cui rimanere imprigionati,convinti di essere liberi.
La libertà senza quello stato di presenza in cui ti accorgi di quanto ancora non sei libero non è vera libertà.
La libertà “per” non finisce mai, non ha un termine.
E’ un processo continuo, è una guerra di liberazione senza fine.
La libertà è il valore più alto. E’ il valore supremo che costituisce l’anima di ogni altra dimensione.
Pensiamo all’amore ad esempio, cosa è l’amore senza libertà?
Nella Storia la libertà è stata spesso associata alla libertà fisica,simboleggiata dalle catene della schiavitù,dalle sbarre delle prigioni.
Ma se pensiamo alla libertà psicologica, ad esempio quella nell’educazione. Educazione senza libertà è subito condizionamento.
L’educazione dei bambini che giustamente è considerato un valore fondativo di ogni società civile, senza libertà, si trasforma in schiavitù.
Si insegna ai bambini a diventare schiavi per compiacere i genitori prima e chi ti dà il lavoro poi.
Libertà dai condizionamenti è infatti la prima grande battaglia che l’essere umano deve intraprendere nel momento in cui si pone la domanda “chi sono io? Perché sono al mondo?”
Libertà dal condizionamento della triplice struttura: famiglia,scuola,religione che costituisce le fondamenta delle società moderne.
Liberarsi dai condizionamenti è quindi la prima lotta per la liberazione di ogni essere umano.
E’ la libertà da.
Il passaggio successivo è costituito dalla Libertà per.
E’ l’essere umano alla ricerca di se stesso che s’incammina nel processo di liberazione individuale che lo porti ad una evoluzione costante.
Una “libertà per “che non ha fine.
Il liberarsi dal condizionamento famigliare dopo la fase della ribellione adolescenziale si evolve in un processo di libertà per ricongiungersi al padre e alla madre onorandoli come è giusto che sia.
Rendere onore da uno spazio di libertà conquistata.
Il liberarsi dal condizionamento educativo dopo la fase del rifiuto del sistema scolastico autoritario si evolve nella ricerca di forme educative in cui proprio la libertà viene coniugata con ogni aspetto della conoscenza.
Il liberarsi dal condizionamento religioso monoteista che spesso passa attraverso un rifiuto radicale della dimensione dello spirito, identificando la struttura religiosa,la chiesa con la spiritualità, per poi evolversi in un distinguo chiaro tra religione e spiritualità. Dove la ricerca spirituale si libera da ogni identificazione con le religioni organizzate piccole o grandi che siano.
Il processo di Liberazione,una volta liberatosi dalle grandi Vie indicate dalle religioni , non ha strade maestre da seguire,ma sentieri stretti e a volte tortuosi.
Liberarsi anche dalla licenziosità, dalla libertà divenuta ideologia e quindi nuovo condizionamento da cui paradossalmente doversi liberare.
Perché la libertà divenuta ideologia ma vissuta come bandiera licenziosa non è altro che un ennesimo condizionamento.
La libertà è il valore più alto se si accompagna alla responsabilità,alla osservazione delle identificazioni di ogni fase del proprio processo evolutivo.
Libertà e responsabilità vanno di pari passo.
Non si può essere veramente liberi se non ci si vuole assumere la responsabilità delle proprie scelte di libertà.
Non si può essere veramente liberi se non diventiamo consapevoli di ogni momento in cui ci identifichiamo con le varie fasi del processo evolutivo.
La libertà sventolata come una bandiera può divenire l’ennesima gabbia in cui rimanere imprigionati, convinti di essere liberi. La libertà senza quello stato di presenza in cui ti accorgi di quanto ancora non sei libero non è vera libertà.
La libertà “per” non finisce mai, non ha un termine. E’ un processo continuo, è una guerra di liberazione senza fine.