Giorgo Gaber, amore paterno

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Oltre a essere l’artista geniale che conosciamo, ecco un piccolo episodio in cui emerge la figura di padre amorevole

E’ da quel 2 gennaio 2003, quando mi giunse la notizia della morte di Gaber, che ad ogni inizio del nuovo anno, il mio pensiero va a Giorgio.
Amico caro, come mi manchi, come mi mancano le lunghe ore passate insieme, in quei rari ma preziosissimi incontri riflettendo sul mondo, sulla vita, su di noi. E certo, come a tutti, mi continuano a mancare le tue parole scritte a quattro mani col tuo fedelissimo Sandro, amico, alterego, schivo e riservato, eternamente e volutamente nell’ombra.
Caro Giorgio quanti ricordi, che mi battono nel cuore e qualcuno anche tenero, come quando mi vieni incontro a Montemagno, con tutto il parco della Padula illuminato da centinaia di luci in occasione della festa per il matrimonio di tua figlia e io un po’ spaesato e intimidito da quello sfarzo….mi accogli col tuo sorriso dolce , allargando le braccia, quasi a volerti giustificare… “eh sai, Dalia ci teneva tanto a una festa così per il suo matrimonio…”
Caro, caro, indimenticabile raro essere umano e padre amorevole oltre geniale artista.

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